Menu Chiudi

La Testa di Ade (o Barbablù) è una testa in terracotta policroma di età ellenistica che raffigura molto probabilmente il dio greco degli inferi Ade, divinità legata al culto di Demetra e Kore.

Rara e pregiata,  è unica nel suo genere; sia per il tipo di materiale utilizzato, assai fragile, che per le consistenti tracce di policromia, rosso mattone nei capelli e blu nella barba. Colori che le hanno valso il soprannome di Barbablú.

La Testa di Ade, venne trafugata alla fine degli anni Settanta dall’ area archeologica di Morgantina, nel territorio di Aidone. Si è giunti a questa conclusione attraverso l’ esame di altri reperti in frantumi, abbandonati negli scavi clandestini dell’ area archeologica.

Il Recupero

Se non fosse stato per le archeologhe siciliane (Lucia Ferruzza e Serena Raffiotta), la bella testa riccioluta di terracotta, acquistata trent’ anni fa per ben 530 mila dollari dal collezionista americano Maurice Tempelsman, sarebbe rimasta per sempre patrimonio del Paul Getty Museum di Malibù.
E invece un piccolo ricciolo azzurro recuperato tra i tanti reperti custoditi nei magazzini del museo di Aidone, ha incredibilmente riaperto la strada al rientro in Sicilia di un altro dei tesori di Morgantina.

“Dobbiamo soprattutto all’impegno e alla competenza degli archeologi italiani se da un ricciolo di ceramica blu ritrovato tra i resti degli scavi di frodo a San Francesco Bisconti, si è potuta accertare la provenienza della testa dello stesso caratteristico colore custodita al Getty”

il Console Generale Antonio Verde

La Testa di Ade, dopo l’ arrivo a Malibù nelle vetrine del museo americano,  fu etichettata come “Head of a God, probably Zeus” e lì è rimasta per quindici anni fino a quando non venne esibita ad una mostra dal titolo “The color of life” proprio per i singolari colori della barba di terracotta.
È in questa occasione che l’ Arch. Lucia Ferruzza si accorge dell’ impressionante somiglianza con quel ricciolo che aveva visto in una pubblicazione edita dall’ Arch. Raffiotta.
Immediato nasce il sospetto che, così come per la Venere, anche la Testa di Ade fosse stata trafugata da Morgantina e arrivata a Malibù per i canali del mercato nero.

Nel 2010 infine, in una mostra organizzata al Paul Getty in collaborazione con la Regione Siciliana in cui viene esposta anche la testa, si creano così le premesse per il ritorno in Sicilia del reperto. E dopo il ritrovamento nei magazzini del museo di Aidone, di altri tre riccioli (due azzurri e uno rosso) il museo americano, in ossequio a quell’ “operazione trasparenza” siglata anni prima con le autorità italiane, annuncia la restituzione all’ Italia del reperto.

Il Ritorno

La magnifica opera, recuperata dalla missione del sostituto procuratore Francesco Rio, titolare delle indagini, che ha coordinato il Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale ed il dipartimento dei Beni culturali della Regione Sicilia, è atterrata il 29 gennaio 2016 all’ aeroporto “Falcone e Borsellino” di Palermo ed esposta in Italia per la prima volta al museo Archeologico “Antonio Salinas” di Palermo, in attesa del completamento delle formalità per la sua definitiva esposizione al museo di Aidone.

Oggi la Testa di Ade, può essere finalmente ammirata all interno del Museo Archeologico di Aidone, insieme alla Venere, agli Acroliti di Demetra e Kore e agli altri innumerevoli tesori provenienti da Morgantina.